
Durante il governo di Desiderio, l’abbazia di Montecassino vive un periodo di intenso fervore artistico. Per decorare la nuova basilica, Desiderio cerca artisti e opere d’arte sia in Occidente che in Oriente, stimolando anche i miniatori a rinnovare lo stile decorativo cassinese, che aveva una lunga tradizione. Essi riscoprono capolavori dell’arte libraria custoditi da decenni nel monastero, come il Libro dei Vangeli Ott. Lat. 74, donato all’abate Teobaldo nel 1022. Il libro presenta le splendide lettere decorate con motivi vegetali dorati, tipiche della miniatura ottoniana.
Per lo stile figurativo i miniatori desideriani si ispirano all’arte bizantina. Quest’ultima era conosciuta grazie ai mosaicisti, alle icone, alle oreficerie che Desiderio fa arrivare a Montecassino.
Il 1066, anno di inizio dei lavori di ricostruzione della chiesa abbaziale, segna un momento di svolta anche per lo scriptorium. Si realizzano alcuni preziosi codici, come il Cod. 339, scritto, allo stesso modo degli altri, in beneventana. La beneventana è la scrittura nazionale dell’Italia meridionale di epoca medievale, che in questo periodo assume caratteristiche particolari e tipicamente cassinesi.
Il periodo più splendido è compreso tra il 1071 e il 1080. Vengono prodotti codici associati, per uso e funzione, ai nuovi spazi e ai nuovi arredi che Desiderio fa realizzare per la celebrazione liturgica.
Compaiono lettere di tipo nuovo, spesso di dimensioni monumentali, caratterizzate da fondi che imitano il porfido o il lapislazzulo, con racemi dorati o policromi nei quali rimangono intrappolati uomini, animali o creature mostruose, come nei libri normanni che circolavano in gran numero in tutta l’Italia meridionale.
Manoscritti come gli Omiliari Cod. 98 e Cod. 99, e il Lezionario Vat. Lat. 1202, realizzati per la chiesa abbaziale, sono esempi straordinari dello stile decorativo e illustrativo di età desideriana. Mostrano che nello scriptorium lavorava una squadra di esperti disegnatori, miniatori, ornatori e rubricatori, ognuno con un compito preciso.
I libri vengono progettati con una grande attenzione ai dettagli: la preparazione della pergamena e quella della pagina, la stesura della scrittura in colonne ritmate da lettere e cartelle risaltate sull’oro, le eleganti pagine di titolo, dove il rosso delle rubriche spicca sul fondo lasciato bianco, le sfarzose pagine di apertura, singole o disposte una di fronte all’altra, le iniziali decorate e quelle semplici, che in perfetta gerarchia in termini di dimensioni segnalano le partizioni testuali.
Notevoli sono anche i disegni, come quelli delle Grandi Feste che compaiono negli Omiliari Cod. 98 e 99 e le vivaci scene miniate che raffigurano le vite di san Benedetto e di san Mauro del Vat. Lat. 1202, o anche le originali immagini che accompagnano il canto dell’Exultet.